Una Chiesa in cammino. I cappuccini in Albania

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Dettagli

Rilegatura: Brossura Plastificata Lucida
Anno Edizione: 2022
Formato:
ISBN: 9788872636589
Pagine: 228

Descrizione

Il saggio di p. Lorenzo raccoglie non solamente ricordi personali, ma anche la storia dettagliata dei primi anni della missione dei frati cappuccini in quella porzione benedetta dei Balcani occidentali, bagnata dal sangue dei Martiri di varie tradizioni religiose e di almeno tre epoche storiche.

In un momento di forti cambiamenti sociali, culturali, politici ed economici i cappuccini di Puglia accolsero l’invito della Chiesa e dell’allora Ministro generale, fra Flavio Roberto Carraro, a volersi impegnare in una nuova avventura di evangelizzazione e pro­mozione umana. I frati esprimono abitualmente mille potenzialità e così successe anche per l’inizio della nuova storia di pugliesi e lucani in Albania.

Tre, almeno, le valenze nella lettura del testo. La prima è l’itineranza, dimensione strettamente legata alla nostra realtà di vita consacrata sulle orme del Serafico Padre san Francesco. Essere in grado di evangelizzare anche i lontani assicura vitalità e dinamismo ai missionari, poiché l’evangelo stesso è ener­gia e potenza di vita, contagio di gioia e pace. In questo libro si ritrova la realtà del cuore pulsante della nostra fraternità provinciale, che è rappresentato dalla missione, non in maniera teorica né programmatica, ma effettiva e coinvolgente, un’ortoprassi che mette insieme teologia e fede, vocazione e pastorale.

Il secondo motivo è che tutta la Chiesa oggi si apre alla missione. «In virtù del Battesimo – recita l’Evangelii gaudium di papa Francesco al n. 120 – ogni membro del popolo di Dio è diventato discepolo missionario […]. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù». L’autore ci ricorda che la missione rappresenta una sfida che rende più credibile anche il modello pastorale della parrocchia o del convento cappuccino nei luoghi tradizionalmente impregnati dalla fede dei padri. Il vero problema è che i genitori nella fede stanno ormai lasciandoci, il risveglio e la trasmissione dei valori evangelici incontra ostacoli soprattutto nell’attuale Albania, in cui l’inciden­za sociale delle istanze evangeliche e le stesse esperienze di vita spirituale diventano sempre più rarefatte, a causa delle continue partenze in cerca di un “sogno economico” più sicuro, specie considerando il grave limite di paure e restrizioni legate alla pandemia.

Il terzo e ultimo aspetto è la vicinanza ai poveri e alle famiglie, agli ultimi, ai nomadi, alle famiglie perseguitate dal regime comunista e ormai private del più semplice, genuino senso religioso. È nello stretto contatto coi deboli e i meno abbienti che abbiamo speranza noi pure di essere evangelizzati, di convertirci e rigenerarci. Offriremmo maggiore credibilità alle parole delle nostre prediche e ai gesti delle nostre fraternità. Oggi come ieri le due fraternità di Scutari e di Nënshat, insieme a quella dei frati tedeschi in Fushë Arrëz, privilegiano tale stile di vicinanza familiare, cioè a partire dalle relazioni personali, in un rapporto che partecipa delle storie dei singoli. Nutrendosi di tale processo di condivisione, entrando nella realtà e nelle situazioni dei deboli, a partire dai poveri e dalle famiglie creano una coraggiosa catechesi e una liturgia viva.

Credo davvero che il racconto di p. Lorenzo da Campi Salentina mostri al meglio i presupposti e i primi frutti dell’impegno profuso dai frati e da tantissimi laici, benedetto dal Signore con grazie certe e durature. Per il nostro Ordine, impegnato nella revisione missionaria della nostra presenza cappuccina in Europa e per il laicato della Famiglia francescana, elemento imprescindibile per una Chiesa tutta missionaria, questo libro può davvero suscitare orizzonti pastorali inesplorati. La storia che qui è narrata non è fine a se stessa, non è archeologia, ma seme del Regno di Dio che può fecondare di novità pastorale la presenza della vita consacrata e dei laici in questa nostra società che anela ad una pienezza di vita.

Le sfide che il popolo e la terra di Albania adesso si trovano ad affrontare, specialmente la massiccia emigrazione e le conseguenze del neocapitalismo liberista, stanno chiedendo un ripensamento urgente delle nostre presenze e della pastorale ordinaria. Servirebbe chiarire sempre di più che partire è questione di cuore riconciliato, ardente, libero da sovrastrutture e legami. Bella notizia e francescanesimo insieme, in un distillato puro e rigenerante.

Se porteremo nel cuore l’ideale alto dell’evangelizzazione ad gentes, non peccheremo. Lasceremo più ordinato, pulito e rigoglioso ogni campo di apostolato, come il Signore vuole e lo Spirito ci ispirerà sicuramente a fare. Grazie di cuore a frate Lorenzo e a tutti i fratelli missionari, viventi in cielo o in terra, passati, presenti e futuri, contadini e artigiani della pace e del bene.

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