Paolo VI. I giornalisti e i geroglifici

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Dettagli

Rilegatura: Brossura Plastificata Lucida
Anno Edizione: 2018
Formato:
ISBN: 9788872635704
Pagine: 52
Numero Collana: Sensus Ecclesiae, 4

Descrizione

Singolare è stato il rapporto di Paolo VI con la stampa. Il mondo del giornalismo, in particolare, gli era famigliare, avendolo frequentato e praticato sin da ragazzo. Fondatore di diverse riviste quali “Diocesi di Milano” nel 1960 e “Il Segno” nel 1961, ancora oggi pubblicato.

Tanti i discorsi sulla deontologia morale della stampa: al Consiglio Naz. della Stampa Italiana nel 1966; alla Stampa estera nel 1973. Su questa
deontologia del giornalista Paolo VI si fermerà anche sul discorso ai giornalisti dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, qui proposto, e che fu pronunciato il 28 febbraio del 1976, ossia verso la fine del pontificato. «La Chiesa cattolica non è soltanto la cupola di San Pietro e alcune guardie svizzere. Per capire la Chiesa è necessario studiarne la complessità. Noi siamo difficili. Ma voi dovete leggerci. Dovete penetrare questo alfabeto poco noto, così come bisogna leggere i geroglifici per capire una piramide egizia”.

È singolare cogliere, ad oltre quarant’anni di distanza, la corrispondenza di modelli tratti dall’antico Egitto nel linguaggio di due Papi: Paolo VI e Francesco, il quale nel Discorso natalizio alla Curia Romana del 21 dicembre 2017, volle ripetere un’espressione «simpatica e significativa» del De Mérode sul tentativo di pulire la Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti.

Francesco lo diceva per sottolineare «quanta pazienza, dedizione e delicatezza occorrano» per raggiungere l’obiettivo della riforma della Curia, «istituzione antica, complessa, venerabile, composta da uomini provenienti da diverse culture, lingue e costruzioni mentali». Nonostante la diversità dei discorsi e del tema rispettivamente trattato, non sarà tuttavia difficile trovare una sintonia fra questi due Papi nel modo d’intendere la riforma della Chiesa e, in essa, anche della Curia romana.

Introduzione di S. Ecc. Rev. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano Laziale.

Con documenti manoscritti inediti.

 

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