Descrizione
In queste pagine presentiamo l’omelia tenuta da Paolo VI a Manila nelle Filippine il 29 novembre 1970, e riportata nell’Ufficio delle letture della tredicesima domenica del tempo ordinario.
Per Paolo VI era essenziale approfondire la conoscenza di Gesù.
Invitava i fedeli a conoscerlo meglio, ad avere di Lui un concetto più chiaro, più concreto, più completo: «… se davvero lo conosciamo, noi avvertiamo che non lo conosciamo abbastanza».
Gesù deve essere studiato con tutta la tensione della nostra capacità comprensiva; e la capacità comprensiva dell’amore supera quella della pura intelligenza.
Gesù è un mistero.
Non lo avremo mai esplorato abbastanza, non mai compreso del tutto.
Allora, questi pensieri di Paolo VI ci aiutano ad una attenta riflessione, ad una appassionata contemplazione.
Per poter arrivare a dire, con San Paolo, «per me vivere è Cristo» (Fil 1, 21).
Amministrazione –
Da “L’Osservatore Romano” 04/04/2017
In un libro esile e prezioso è custodito il cuore di Papa Montini innamorato del Signore. In queste poche pagine (Paolo VI, Gesù Cristo, a cura di Leonardo Sapienza, Monopoli, Edizioni Viverein, 2017, pagine 57, euro 4) sono infatti raccolti i testi dell’udienza generale precedente il lungo viaggio in Estremo oriente e in Oceania (25 novembre 1970), l’omelia della messa al Quezon Circle di Manila (29 novembre 1970) e una scelta di testi estratti dai discorsi del Pontefice tra il 26 gennaio 1964 e il 19 marzo 1978.
Alla vigilia del viaggio, Papa Montini dichiarava il suo umile e alto proposito: di recarsi laggiù — lui, piccolo uomo e apostolo — come pescatore di uomini, «cioè ricercatore di popoli e di gente del nostro globo e del nostro tempo», per annunciare Gesù, «il personaggio che sovrasta la scena del mondo e la occupa tutta là dove gli è fatta accoglienza, per una via distinta, ma non insolita al sapere umano, per via di fede».
Parlare di Gesù, per Paolo VI, fu insopprimibile anelito, urgenza impellente, grido dolce e fermo in ogni occasione possibile. La passione per l’umanità, per la Chiesa e per Cristo furono inseparabili nel cuore di Montini. Il suo colloquio interiore con Gesù, nel respiro dell’anima, si fa dialogo pubblico e annuncio: «Sei qui? Sei con noi? In questo mondo così evoluto e così confuso? Così corrotto e crudele, quando vuol essere contento di sé, e così innocente e così caro, quand’è evangelicamente bambino. Questo mondo così intelligente, ma così profano e spesso volutamente cieco e sordo» ai segni di Cristo è il luogo della sua presenza; qui, dove la Chiesa è il suo segno e strumento.