Descrizione
La Madonna della Madia di Monopoli: guardarLa e sentirsi guardato non è un semplice gioco ottico, è una preghiera silenziosa che nasce per fede convinta, qui riscaldata dallo sguardo dolcissimo, appena implorante, della Theotòkos, della Madre di Dio. Per questo in un certo senso la Città di Monopoli non avrebbe bisogno di sapere di più del linguaggio della sua Icona: per la sua natura di città di mare e per un destino segnato, Monopoli da secoli vive e si sviluppa confermata e confermandosi nel Patto di Bellezza che la lega alla Sacra Immagine di Maria.
Ma pure si può tentare di aprire e leggere di più di questo stupendo libro iconografico (tale è sempre un’icona). Per tradizione antica è giunto dal mare, una notte di dicembre, per regalare l’immagine di una Madre che porta un messaggio di salvezza, Suo Figlio: saperne di più sarebbe un atto di conoscenza che arricchirebbe il dialogo di ognuno con le Sacre Figure.
Ecco allora la ricerca di una lettura più attenta dei segni e dei simboli con cui l’Icona è stata segnata dall’arte e dalla fede orientali. Se poi la ricerca permette di intravvedere sull’Icona i segni della storia di una grande reliquia della Chiesa, la Sacra Sindone di Torino, allora la ricerca può diventare necessaria. E può diventare più incisiva l’opportunità di parlare d’ora in avanti dell’Icona della Nostra Signora della Madia, della Città di Monopoli
Amministrazione –
Madonna della Madia, folla per la tavola originale
Per la prima volta ha mostrato il suo volto nella cattedrale di Monopoli
di Eustachio Cazzorla, da “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Venerdì 2 febbraio 2018
MONOPOLI. L’icona della Madonna della Madia è ritornata nei giorni scorsi al suo posto al termine di un lungo mese di esposizione fra la sua gente. L’immagine della protettrice cittadina, conservata in una teca, ha mostrato per la prima volta dal vivo, il retro della tavola dipinta che secondo la tradizione approdò per la prima volta in città, su una zattera, nella notte del 16 dicembre del 1117.
Le travi dell’imbarcazione di fortuna furono immediatamente utilizzate per il completamento dell’allora erigenda cattedrale romanica. Anticamente, in occasione della festa, piccoli frammenti dei sacri legni venivano anche distribuiti ai fedeli come reliquie. Oggi le travi sono ancora venerate in una cappella dell’attuale cattedrale barocca (1742-70). Dopo 900 anni risultano essere ancora al tatto fresche e vive. Altre ne sorreggono il tetto, oltre la volta in pietra, come nella precedente basilica romanica a cui si rifà il miracolo della Vergine. E in occasione del termine di questi festeggiamenti del 900enario un libro del medico e scrittore Nicola Partipilo, «Madonna della Madia segni e simboli sulla sacra icona di Monopoli» (Edizioni VivereIn) traccia il significato del tratto e del colore della sacra immagine che ieri sera è tornata nella sua sede originaria, dell’altare superiore della cattedrale.
Non mostra più il lato nascosto della sua immagine. Nel retro un cielo stellato dipinto in almeno due riprese. Segno di un’icona professionale, testimoniato anche dai due anelli inseriti in alto. Il cielo stellato ricorda quello della notte in cui arrivò per la prima volta l’icona.
Nella sua ricerca, Nicola Partipilo, riprende gli studi dell’astrofilo Franco Sofra che «dopo aver visionato la foto del retro dell’icona» vi ha identificato, tra le stelle rosse, oltre al Grande Carro tutte le stelle della costellazione dell’Orsa maggiore in alto e in basso quelle del Leone. Un’altra ipotesi che ha come presupposto il cielo visto al contrario, suggerisce invece al posto del Leone, Cassiopea, al centro, che disegna una gigantesca W e in basso l’Orsa minore. La stella polare sarebbe dunque l’ultima in basso a destra. Uno studio che è stato desunto grazie a un software che ha riprodotto il cielo stellato visto da sudest nel dicembre del 1117. Un vero e proprio enigma astronomico, un messaggio criptico attraverso le costellazioni che può avere o no un legame con l’immagine sacra riportata sull’altro lato della tavola.
Un mistero che il 900enario lascerà irrisolto. Flavio Petrosillo, presidente del comitato festa patria trae le sue considerazioni. «È stato un anno importante per tutta la nostra comunità cristiana, impreziosito da tante manifestazioni di fede e devozione che arricchiscono la nostra storia. Al vescovo mons. Giuseppe Favale va un sentito ringraziamento per essere stato pastore presente, attento e disponibile. A nome del Comitato ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione degli eventi e a tutta la città va un plauso sincero per l’abbraccio carico d’amore che, più forte che mai, è stato riservato alla “Stella di Monopoli” come definì don Cosimo Tartarelli la Madonna della Madia, icona mariana, odigitria per i bizantini». Un quadro «che ha siglato un patto di bellezza con la sua città, Monopoli» sottolinea Partipilo.